Mamme Coraggio

MADRI SENZA FIGLI, FIGLI SENZA MADRI:UN RITORNO A SPARTA?

Posted on: 16 luglio 2010

Negli ultimi tempi mi sono dedicata a scrivere, più o meno indegnamente, di storie di donne che hanno subito lo stalking, come si usa dire oggi, anche se io preferisco di gran lunga la terminologia italiana e preferisco parlare di violenza, di lesione della libertà della persona, di grave attività persecutoria, di inseguimento e pedinamento fisico e psicologico.

Avendo conosciuto tante donne che hanno vissuto in prima persona la violazione della propria intimità, alcune delle quali sono sopravvissute per chissà quale miracolo alla furia di tanta crudeltà, non potevo non soffermarmi a riflettere su questa problematica.
Perché di problema serio e reale si tratta oggi: aprite qualsiasi cronaca di giornale e balzano come cavallette episodi di violenza efferata nei confronti delle donne.

Comunque non ho mai dimenticato il mio primo impegno, quello verso le donne violate che, in nome della più alta e nobile giustizia italiana, vengono allontanate dai propri figli o rischiano di esserlo.

Speravo forse che staccando un poco la spina dalla tematica, questa si dissolvesse come per incanto?
Forse.

Invece, continuano ad emergere nuovi casi, sempre più numerosi, nuovi drammi dai risvolti e dalle dinamiche talmente assurde da lasciare le persone di buon senso esterrefatte.

Sì, perchè qui l’absurdum fa a cazzotti col sano buon senso, quello salomonico, per intenderci, ed il primo sembra aver prevalso in molte scelte, travestendosi da coraggiosa soluzione salvifica per minori in balia di madri troppo materne.

Ed inoltre debbo osservare con costernazione che, mentre ormai le testate nazionali danno risalto allo stalking, anche perché in moltissimi casi ci scappa il morto, anzi la morta (perdonatemi la crudeltà), delle storie di bambini allontanati dalle loro madri, si trovano dei trafiletti nei giornali locali.

Eppure per un bambino, essere allontanato in maniera coatta dalla madre è come morire….
Eppure per una madre, vedersi strappare il proprio figlio è come morire…

Le nuove morti bianche…
Morire alla vita, alla libertà, al futuro, esseri imprigionati in una storia che non si è scelta…

Vi presenterò oggi, la storia di due donne a cui daremo un nome di fantasia: Luisa e Barbara.

Solo il nome è inventato, magari lo fossero pure le loro vicende!

Luisa è una docente universitaria, Barbara una giornalista: due donne capaci, che hanno dedicato la loro vita allo studio, alle scelte lavorative e che hanno fatto carriera, ognuno nel proprio campo.

Donne sicure, intelligenti, ben inserite nel tessuto sociale e con tutte le carte in regola per un futuro ricco di prospettive.

Donne che ad un certo punto hanno desiderato formare una famiglia, sono diventate madri, hanno cercato di crescere i propri figli con tutto l’amore che portavano dentro, nonostante il fallimento del rapporto con il loro partner.

Donne che si sono ritrovate in solitudine, distrutte, sull’orlo di un baratro di dolore assolutamente impossibile da gestire.

Donne sole, analizzate come animali da laboratorio, giudicate inidonee a continuare ad accudire i propri figli, loro, così abili, così capaci nella vita…

Absurdum che prevale sul buon senso…

Luisa, professore di una notissima università italiana ha una figlia 14 anni, Ginevra.

Ginevra si trova da ben due anni in una casa famiglia, di un noto quartiere romano.
Motivazione?
PAS, naturalmente.
La ragazza ha difficoltà a relazionarsi col padre, in parole povere non vuole vederlo, osteggia, in tutti i modi, gli incontri programmati dal tribunale dei minori.

Ginevra è nata fuori del matrimonio, è una figlia naturale.

Luisa, la madre, dopo una breve convivenza col padre di Ginevra, lo abbandona per motivi legati a gravi vicissitudini penali dell’uomo, il quale, per un certo periodo sparisce facendo perdere tracce di sé e non preoccupandosi mai della figlia.

Nel frattempo Luisa conosce un uomo che sposerà, che la aiuterà a crescere Ginevra, che le è stata affidata in via esclusiva dal tribunale, fino al giorno della sua morte precoce.

Ma il padre naturale di Ginevra ricompare sulla scena accusando Luisa di avergli impedito per tanti anni di vedere sua figlia ed inizia una feroce battaglia legale.

Da un lato Luisa, che ha cresciuto sua figlia con tanto amore e dedizione, dall’altro un uomo che si ricorda di avere una figlia, che rivendica il suo ruolo di padre da cui ritiene essere stato defraudato ingiustamente e che chiede al Tribunale dei Minori l’affido della bambina ai servizi sociali, pur di allontanarla dalla madre.

Come dirimere una questione così difficile?

Intanto la bambina viene sottoposta a numerosi pomeriggi di incontri con gli esperti, a fare test su test, come deciso dal giudice di competenza.

Tutte le analisi effettuate e la perizia del CTU non riscontreranno alcuna anomalia in Lucrezia.

Ma i servizi sociali inizieranno a far ventilare la PAS,un’ipotesi che poi, pur rimanendo ipotesi, sarà la strada dell’ingresso di Ginevra, all’età di 12 anni in casa famiglia, un bellissimo carcere a tempo determinato…
Perché come volete chiamarlo un istituto in cui sei costretta a vivere contro la volontà propria e quella della madre che ha cresciuto sua figlia da sola?

Eppure è un luogo comune affermare che ormai in carcere non ci va più nessuno!
I bambini sì, sappiatelo, vanno in carcere.

Mentre noi siamo qui a lavorare , a fare quello che dobbiamo o vogliamo fare, ci sono bambini costretti a vivere dove non vogliono, pur avendo una madre ed una bellissima casa che li aspetta.
Che dire di più?

Devo far trapelare maggiormente la mia indignazione?
Indignatevi con me, per favore.

Luisa ha perso la patria podestà, lei così in gamba sul lavoro, lei così brava a crescere sua figlia.
Il padre naturale, mantiene la patria podestà.

Luisa non può occuparsi di sua figlia, non può parlare con i professori, non può portarla da un medico, ma si fa carico di ogni spesa, dai libri al vestiario a tutto ciò che serve, nonostante i finanziamenti stanziati per Ginevra.
Ogni due settimane, sì avete capito bene, ogni due settimane, per il week end può vedere sua figlia, stare con lei e poi riportarla in casa famiglia.

Casa famiglia…che nome dolce…
Non vi si strappa il cuore dal torace?

Purtroppo questa è una delle tante storie fotocopia, in cui i servizi sociali relazionano quanto pensano di aver riscontrato ad un giudice che, in seconda battuta, può disporre l’allontanamento del minore dalla madre.
Ipso facto.

Credete che Ginevra sia stata interpellata?
Certo che no.

Che strano, oggi i nostri giovani sono talmente indipendenti da decidere sin da piccoli addirittura come vestire…
Per la legge invece un minore non può proprio decidere niente.

Minore o minorato?
Minorato. Non in grado di saper decidere senza supporto.

PAS, questa sconosciuta ai molti, di cui ho tanto scritto, ma che continua a provocare morti bianche…

L’altra storia di cui vorrei parlarvi è quella di Barbara, una giornalista, madre di due figli molto piccoli che si è separata dal padre dei suoi figli.
In fase di separazione, il marito ha presentato ai giudici una vecchia cartella clinica che documentava una fase di anoressia di cui Barbara aveva sofferto.
Nella lotta per l’affido dei figli, questa antica malattia di Barbara ha giocato un ruolo particolare, per cui è stata sottoposta a perizia per verificare la sua idoneità ad allevare e crescere i suoi figli.

Barbara è stata periziata, si sono svolti due soli incontri, in cui è stata osservata mentre giocava con i suoi figlioletti.
Ha giocato con i birilli, è stata costretta a giocare con i birilli assieme all’ex marito, naturalmente con i figli.

Evidentemente il marito ha giocato meglio di lei, che invece ha avuto l’ardire, mentre era esaminata, di prendere in braccio suo figlio per consolarlo durante un pianto, o di accarezzare l’altro…

In base ai risultati della perizia, un giudice ha dichiarato Barbara inidonea a crescere i suoi figli perchè “il rapporto simbiotico e il legame troppo profondo…potrebbe creare un impasse evolutiva” nei bambini.

In parole povere Barbara rivela un eccessivo attaccamento ai suoi figli.
Meglio quindi il padre, più idoneo lui.

Barbara perciò si è ritrovata da un giorno all’altro senza figli, con un dramma affettivo impressionante, sola a lottare contro tutti.

Perché quando c’è una sentenza in tal senso, è difficile trovare solidarietà.
Tutti credono che se un giudice ha deciso così, lo ha fatto perché assolutamente certo della verità e con in mano delle prove al di sopra di ogni possibile rivendicazione.
Barbara, giornalista, non ha trovato nessuno dei suoi colleghi che la sostenesse, nessuno che si curasse di aiutarla, di raccontare il dramma delle madri senza figli dei figli senza madri.

Il dramma nel dramma: nessuno che si curi di queste madri coraggiose e di questi figli che subiscono l’absurdum.
Nessuno che ascolti…

FLO

18 Risposte to "MADRI SENZA FIGLI, FIGLI SENZA MADRI:UN RITORNO A SPARTA?"

A dire il vero ambedue queste storie sono comparse sulle TV nazionali in più occasioni, quindi non si può dire che ci sia una congiura del silenzio come scrivi.

PS: Anche se hai cambiato i nomi le storie sono perfettamente riconoscibili. E’ inutile tutelare la privacy di chi accetta di comparire in TV con il suo nome come Lidia Reghini e Simona Pletto.

forse se ne è parlato giusto un pochino perchè in questo caso si trattava di donne con una cultura, in grado di difendersi?
E tutte le altre?
Carne da macello per le povere case famiglia in crisi?

Appunto … Anche le donne informate, ecc. non sono al riparo. Immaginiamo dunque una donna non informata! Oppure una donna che si fida ciecamente del sistema. O una donna che non ha i mezzi economici da pagarsi psicologi e avvocati.

Nina ha ragione, le mamme povere, le mamme vedove non hanno possibilita’ di difesa. Vengono calpestate dal sistema, vengono calpestati i loro figli, vengono calpestati tutti i sentimenti. Vengono persin separate le sorelle, i fratelli, messi uno da una parte, uno dall’altra. E’ ORRORE. Distrutte le famiglie, anziche’ aiuto alle famiglie viene data disperazione.
I BIMBI allontanati dalla mamma vengono distrutti psicologicamente e sentimentalmente.
TRAUMATIZZATI per tutta la vita bimbi e mamme.
CHIEDIAMOCI perche’ coloro che dovrebbere donare aiuto alle famiglie in difficolta’ economiche o per malattia si comportano cosi’.
DONANO TERRORE! Chiediamoci perche’?
PERCHE’ si preferisce spendere molto denaro per allontanare i minori dalle madri che li amano?
PERCHE’ si preferisce donare denaro a famiglie affidatarie? a case famiglia?
PERCHE’ non aiutare economicamente le madri visto che costerebbe decisamente meno?
IL SEGRETO?

che vergogna un genitore non può fare il genitore dov’era suo papà quando la madre cresceva la bambina? in prigione? era bravo, ora la bambina ha 14 anni possono chiedergli dove vuole stare no, ma che legge è vergogna, vergogna

Storie davvero toccanti, frecce lancinanti…….Realtà purtroppo, realtà sommerse.
Servizi sociali? Consultori familiari? Centri per la famiglia? Telefono Azzurro?? e soprattutto: Tribunali?
Se si vuole bene ai propri figli MAI affidarsi a queste strutture, mai! Se la situazione è pesante cercate cmq di risolverla col padre: se è insostenibile fate quello che il cuore vi dice ma non chiedete mai aiuto alle strutture statali!!!!
Lì nessuno aiuterà MAI i vostri figli e tantomeno voi a tutelarli: lì c’è una mannaia che vi aspetta.

Hai pienamente ragione, Anita. Io ho fatto questo errore e me ne pento amaramente.
Sono gente che tutto ha nella testa tranne il bene dei nostri figli….Ho trovato approsimazione, ottusità, preconcetti grossi come case…desiderio di carriere pagate con servitù politiche…frustrazioni e rabbie personali che vengono pagate da tuo figlio.
Uno schifo.
Ma nella maggior parte dei casi sono i Tribunali che ti inviano obbligatoriamente presso il servizi sociali, non è una scelta.

non è più tollerabile accettare questa barbarie, gestita dai vecchi padri padroni.
Inaccetabile che i servizi sociali facciano relazioni in cui “ventilano” sindromi inesistenti e che i giudici decidano sulla base di queste.
Inaccettabile che ragazzi di 14 anni non debbano essere ascoltati con la massima attenzione.
Inaccettabile che il principio della bigenitorialità annulli ogni principio di buon senso: come può un giovane di 14 anni accettare un padre che sino a quel momento si è completamente disinteressato di lui?? Io non lo avrei fatto.
INACCETTABILE che ai PADRI venga perdonato di TUTTO e alle madri sia sufficiente un abbraccio per perdere il proprio figlio.
INACCETTABILE che bambini e ragazzi vengano MESSI IN CARCERE perchè una madre li ama con tutta sè stessa (COME SEMPRE HANNO AMATO LE MADRI) e perchè le case famiglia hanno bisogno di ottenere finanziamenti pubblici, se no chiudono.
DOBBIAMO FARE MOLTO DI PIU’.
Perchè qui le pene dei nostri errori le pagano dei bambini innocenti, A VITA.

nel mio caso mio figlio ha davvero la pas…troppo scomoda da diagniosticare a verona…forse perkè il mio ex ha dei gradi sulla spalla…e quanto vorrei fare i nomi di persone spudoratamente compiacenti…ora a torino…finalmente stanno davvero facendo tutto per aiutare mio figlio…ma ora è tardi,troppi danni sulla psike di un bimbo sono stati fatti

Le storie mi pare di riconoscerle e non condivido la descrizione della comunità come “bellissimo” carcere (ma ne ha mai visto uno come esperienza di vita?) a tempo “determinato”…quasi tutti questi bambini non rivedono più la loro casa!
Tutto distrutto: affetti, famiglia, infanzia, adolescenza…la vita intera di tutta una famiglia intera.

Infatti…è.ironica l’espressione bellissimo carcere….flo

Flo, mi colpisce sopratutto quanto è vero che i bambini ormai scelgono i quaderni di scuola, quale libro leggere, quali amichetti frequentare. Do un esempio: ho provato tanto a invitare un bimbo che mi sembra simpatico ai miei figli, ma NIENTE DA FARE! Non lo volevano. Aveva detto o fatto una cosa che loro non potevano digerire … Quanti tentativi falliti a far fare amicizia ai miei figli. Dunque, per quanto una madre può dire o parlare, i figli pensano anche molto per conto loro. Non si può assolutamente attribuire tutta la colpa di una situazione ad una madre.

Penso sopratutto anche a Patrizia (cui storia ho raccontanto recentemente). Se il padre è veramente ubriaco e minaccia, come può trattarsi di PAS? Sono cose illogiche.

Una CTU intelligente (si, ne esistono) rifiutò di usare il termine di PAS durante una perizia, dicendo che si può solo usare se la mamma si sta inventando una situazione che non esiste, cioè se racconta una cosa falsa sul padre. Visto che non c’era nessuna prova di ciò, rifiutò, intelligentemente di parlare della PAS.

Emeline.

ke devo dire…quante ne avrei da dire,solo tanto tanto dolore. vedere il proprio figlio con la pas è devastante,viverla,sulla tua pelle,ma sopprattutto cercare di fare di tutto ed in poco tempo…perkè si sà ke un bimbo con la pas,ogni secondo è importante….MA..MA..la burocrazia…il mio ex ha un rinvio a giudizio x violenza sessuale…ora mio figlio di 9 anni ha la pas,è assicuro che viverla…è andare avanti ogni giorno con la morte nel cuore,ma peggio ancora,gli assistenti sociali…DOVE ERANOOOOOOOOOOOOO!!!!!! ora si sono svegliati…ma xkè lo hanno lasciato dal mio ex marito? all epoca le solite risposte:abbiamo le mani legate!! violentata 1 volta (io) è la violenza su mio figlio?

Chiedo scusa, ma non è chiaro: tuo figlio ha un padre violento…ed è stato messo da tuo marito contro di te al punto da rifiutare contatti con te?
Mi sembra un po’ una contraddizione in termini.
I bambini subiscono e temono le persone violente per PAURA, non ne sono plagiate.

Nel mio caso il padre scompare durante la gravidanza, lasciandomi in mezzo ad un mare di guai, anche economici, ricompare pretendendo test DNA e tutti i diritti e ovviamente un contributo economico ridicolo.
Mi fa prima stalking spinto, perchè io ho ripreso la relazione con il mio ex di sempre, poi passa ai ricorsi legali, dispingnedomi come una madre ostativa.
Cerco di attenuare la litigiosità ed addivenire ad un accordo in tutti i modi che conosco e che mi prospettano, compresi spazi neutri e centri di mediazione, faccio comunque in modo di costruire un percorso serio per far acclimatare mio figlio di due anni al padre che non lo conosceva.. <cerco di superare tutte le resistenze di mio figlio,…e ci riesco!!! E suo padre prosegue con accuse e ricorsi, solo perchè chiedo un minimo di gradualità e un corretto contributo economico…
E cosa mi ritrovo? con una relazione del P.M che sostiene che siamo troppo litigiosi, e che percio non sappiamo fare i genitori e che nostro figlio deve essere affidato ai servizi sociali….!!!
Ma come posso addivenire ad un accordo se dall'altra parte trovo un muro?? Se chiede modalità di visita assolutamente non adatte alla situazione e all'età del bambino?
Cosa mi vuol dire il Tribunale, che per arrivare ad un accordo, devo accettare tutte le condizioni che il padre impone? Comunque?
Anche se contrarie all'interesse del bambino?

ISCRIVETEVI AL GRUPPO DELLE MAMME DISCRIMINATE:
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In America, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania…conoscono gli effetti dell’affido condiviso da più tempo di noi…è giusto renderci conto quello che potrà accadere a noi mamme qui in Italia sostenendo la causa della “bigenitorialità”.

Scusate: significa che mezzo mondo ce l’ha con le donne?
E’ significativo vedere che si tratta di Paesi considerati tra i più evoluti…
Questo fa pensare che la campagna di odio sia diretta contro le donne moderne, quelle che lavorano, indipendenti…quelle che osano pensare con la propria testa. Quelle che magari scelgono di non stare con un uomo perchè è prepotente e manesco, o non lo amano più,ecc…
E dunque le potenziali vittime di STALKING..
Effettivamente è tutto collegato….tutte queste violenze contro le donne, le denunce di stalking, la discriminazione delle madri nei tribunali e nei centri di mediazione, le decisioni assurde sulla base dei pregiudizi…
Sembra tutto andare nello stesso verso: TU DONNA RITORNA AL TUO POSTO, SOTTOMESSA ALL’UOMO O MORIRAI. E SE NON MORIRAI PERDERAI IL TUO BENE PIìU’ PREZIOSO: I TUOI FIGLI:

che vergona usare una legge stalhing per allontanare il padre
vergogna sarei una donna mi vergognerei continuamente e la vergogna che non prova la donna ovviamente allontanare il pare
dai figli e proprio voler male ai figli e io voglio male ai miei figli non mi allontanerò mai dovessi perdere la vita papà non abbattetevi non allontanatevi dai figli anche se vi denigrano saranno sempre i vostri figli da donna bugiarda non vi portera mai i vostri figli papà siete veri uomini e non come lefalse donne

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