Mamme Coraggio

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E’ notizia recente il fatto che una parte dell’avvocatura stia cominciando a sottolineare come la legge sull’affido condiviso, introdotta da pochi anni, stia mostrando sempre più i suoi drammatici e deleteri effetti, le sue ombre nelle pieghe dei cavilli giudiziari e delle più fantasiose interpretazioni, inducendo i bambini coinvolti, a vivere in maniera ancor più drammatica la separazione dei genitori. Perché i primi soggetti che tale legge avrebbe voluto tutelare, sono proprio loro: i bambini. Invece tutto è accaduto fuorché questo.

Iniziamo col dire che sulla carta, le cose potrebbero funzionare e lì dove ci sono dei genitori che mettono al primo posto le esigenze dei loro figli tutto potrebbe filare più o meno liscio. Ma diciamo la verità: dove gli ex coniugi mostrano una umanità, intelligenza e correttezza, la legge neanche serve. Entrambi sanno di essere importanti per i propri figli, che crescono serenamente lì dove sanno di poter contare su un padre e su una madre.

Come non condividere le nozioni base di una branca della psicologia, che analizzano l’incidenza del padre nell’educazione, la sua importanza nell’infondere sicurezza e coraggio, forza e determinazione. Il padre rappresenta l’autorità, le regole. La madre invece, con la sua dolcezza, delicatezza, riesce a far crescere il figlio in clima di amore e solidarietà, in una sicurezza affettiva assai importante. Il bambino ha bisogno di un padre e di una madre.

Anche quando una coppia si separa, il primo pensiero deve rivolgersi alla prole, che va difesa, protetta e cresciuta nel migliore dei modi. Ecco che i due genitori, possono aiutarsi nei tanti impegni dei loro figli, i quali debbono sentirsi sempre accolti dall’uno e dall’altro, liberi, nei limiti delle possibilità di stare con l’uno o con l’altro genitore. Ma una cosa deve essere ben chiara, ed è sicuramente condivisa da genitori responsabili: i bambini non sono dei pacchi postali. Oggi da te, domani da me, poi da te perchè ho un week end con amici.

I Bambini hanno bisogno di stabilità, una fissa dimora la devono avere, devono vivere probabilmente insieme alla madre e, nel rispetto dei loro tempi, dei loro spazi, dei loro impegni e dei loro desideri, condividere le ore della giornata con il papà.

Quale bambino non vuole vedere il suo adorato genitore, mangiare con lui, andare a vedere una partita od essere accompagnato allo sport, o semplicemente raccontarsi o chiedere consiglio o presentarlo ad un amico? Non ho mai visto un bravo genitore rifiutato dal figlio.

Non dovrebbero esistere obblighi del giudice: nel rispetto delle necessità personali, della privacy dell’ex coniuge i bambini dovrebbero godere dell’affetto di entrambi i genitori.

MA QUESTA E’ LA REALTA’ DI UNA PICCOLA FETTA DI SEPARATI!

Cosa accade ogni giorno nelle migliaia di coppie separate? Accade che le separazioni sono molto conflittuali (chiaro no, se no non si separavano), che i bambini divengono terreno di scontro. E il giudice, in nome dell’affido condiviso, dall’alto della sua sapienza salomonica (uguale, uguale!) senza aver interpellato i bambini o senza considerare troppo le volontà dei mocciosi, decide che due giorni si dorme da mamma, due giorni da papà, il resto della settimana una volta da mamma, una volta da papà. Giugno con mamma, luglio con papà, agosto con mamma e via dicendo, fin nei minimi particolari.

Questi poveri bimbi neanche possono dire:” Eh no, Natale con i tuoi, ma Pasqua con chi vuoi! ” No, no, sono bambini, cosa vuoi che ne sappiano loro di come va condotta la loro vita!

Quante volte i bambini vanno a a scuola e si scusano: scusi maestra, ma ieri ero da papà e non ho potuto portare il quaderno di inglese, perché è rimasto da mamma. Scusi professoressa per il ritardo ma sa, ieri ho dormito da papà che abita a due ore da scuola, però domani non si preoccupi, arrivo presto, perché sto da mamma. O viceversa.

Insomma i bambini non vengono più considerate ‘persone’, ma dei ‘beni mobili‘, delle cose da possedere, un possesso che in certi giorni è mio e solo mio, e in altri è tuo e solo tuo. Terribile!

Terribile per i figli, sentirsi come dei pacchi postali, che debbono spostarsi senza fiatare e guai se sopraggiunge una febbre. Nei casi in cui le coppie sono litigiose assai, succede il finimondo: lettere ad avvocati, ai servizi sociali, che sanno sempre come porre rimedio (si fa per dire). Chi vive queste situazioni, sa che non esagero, anzi….

Anzi, la situazione è drammatica e non si vive più. A scuola talvolta si vedono i ragazzi molto tesi. Agli insegnanti di cui hanno fiducia confidano che non ce la fanno a seguire gli spostamenti da una casa all’altra, che si sentono tristi perché vorrebbero dire al loro padre che nel prossimo week end hanno una festa e vorrebbero rimanere con gli amici, ma se solo ci provano son litigi, oppure si offendono, cominciano a rinfacciare il poco bene, che preferiscono la madre, che se non vanno non pagano gli alimenti, ecc. ecc.
E i nostri figli, ripeto, sono divenuti dei ‘beni mobili‘.

E mi sovviene di aver studiato all’università che nell’antico diritto romano le donne venivano considerate ‘beni mobili’ dei mariti, che avevano diritto di vita e di morte su di loro (Eva Cantarella docet). Chissà perché questo ricordo. Di sicuro è dovuto alla considerazione che la legge sull’affido condiviso acuisce problemi invece di eliminarli e fa come prime vittime i nostri figli.

Ma tale legge non dovrebbe essere applicata quando uno dei due genitori, indifferentemente il padre o la madre, sono dei tipi violenti o inaffidabili, o quant’altro di grave. In tali casi l’affido dovrebbe essere univoco. Dovrebbe, perché in realtà oggi godono dell’affido condiviso, per una errata interpretazione o applicazione della legge, anche quei genitori che genitori non possono chiamarsi, provocando danni irreversibili.

Ma questo sarà l’argomento di uno dei prossimi articoli, se avrete la bontà di ascoltarmi, e se avrò la forza di raccontarlo, introducendo anche il tema delle casa famiglia e delle sofferenze che vengono inflitte a molti bambini in nome della legge.

FLO, il direttore

Questa è la storia di due mamme che si contendevano lo stesso bambino. Entrambe ritenevano di averlo generato e partorito e ne rivendicavano la maternità.

Non riuscendo a risolvere tra di loro il conflitto, esse si rivolsero al saggio re Salomone il quale, dopo aver ascoltato le ragioni dell’una e dell’altra madre, propose di risolvere il problema tagliando con una spada il bambino in due parti uguali da dividerne una metà per entrambe. La mamma “finta” fu contenta di questa soluzione, mentre quella vera inorridì alla proposta e pregò il re affinché non uccidesse il bambino preferendo rinunciarvi e affidarlo all’altra donna. Re Salomone sorrise e da quel gesto capì qual era la vera madre, quindi glielo affidò. Perché ti racconto questa storia? Perché anch’io, come tante mamme oggi mi trovo di fronte a questa scelta.

Oggi, purtroppo, non abbiamo istituzioni né leggi con la saggezza di re Salomone. Le responsabilità e le capacità genitoriali, oggi molto discusse, non nascono dall’imposizione della nuova legge sulla bigenitorialità, intrisa da ingerenze istituzionali all’interno del nucleo familiare che, a mio avviso, non fa che peggiorare la qualità della vita dei bambini figli delle coppie separate.

Questa situazione nasce dall’irresponsabilità di molte madri che in passato hanno abusato del diritto di genitore affidatario acquisito dal giudice della separazione e hanno usato i loro figli per ricattare sul piano psicologico ed economico l’altro genitore arrivando, in molti casi, a cancellarlo dalla loro vita. Mi riferisco ovviamente a quei padri desiderosi di partecipare alla vita dei loro figli, quelli disposti a occuparsene rinunciando al tempo libero, sacrificando parte del loro lavoro e degli impegni per dedicare le loro premure e attenzioni alla prole.

Dalla situazione appena accennata, com’era prevedibile, i padri si sono ribellati, ma oggi a pagarne il prezzo sono spesso madri che non hanno posto queste barriere ai loro ex compagni e che, per vari motivi non sempre addebitabili a loro (violenza, stalking), si vedono portare i figli perché l’altro genitore, pur di contrastarle, ne chiede l’affidamento esclusivo (usando spesso in modo strumentale nei confronti della loro ex, la PAS, “sindrome” da alienazione genitoriale) o, peggio ancora quando non riesce, preferisce che i bambini vengano rinchiusi nelle case-famiglia. Ecco perché, anche oggi, servirebbe la saggezza di un re Salomone. E perché non si può imporre la stessa legge per tutte le separazioni.

http://usciamodalsilenzio.blogspot.com

Il Tribunale per i Minori ogni anno prende in esame centinaia di fascicoli relativi a famiglie con disagio che hanno almeno un minore a carico.

Un impegno notevole che viene spesso dirottato verso le case famiglia. I servizi Sociali hanno sovente un ruolo determinante in tale processo. La motivazione è spesso “incapacità genitoriale”.

Esiste la categoria del GENITORE PERFETTO? Sfido chiunque a considerarsi tale…Non ci è dato sapere come debba essere un “genitore capace”, potenzialmente siamo un po’ tutti inadeguati e quindi a rischio.

Quella del collocamento in comunità è una tappa che dovrebbe essere temporanea e servire giusto il tempo per permettere ai bambini di rientrare nelle loro famiglie naturali, se le condizioni lo permettono, o di trovare un’altra famiglia affidataria.

Spesso purtroppo l’affidamento avviene coattivamente con un’ordinanza del Tribunale: la famiglia d’origine non è consenziente.La maggior parte dei minori rimangono rinchiusi nelle comunità dove vengono “dimenticati” sia dai mass media che dall’opinione pubblica.
Quanti sono questi bambini? Come vivono? Come sono trattati?
Il genitore viene visto da queste figure istituzionali, come colui che si dispera e fa di tutto per ottenere l’affido accusando gli altri della situazione che si è venuta a creare…un adulto inconsapevole delle esigenze affettive ed educative dei suoi figli al punto da essere colpito dai provvedimenti del Tribunale.

Ma non è un problema che riguarda soltanto chi ha figli perchè questi bambini rimangono segnati per sempre da questa terribile esperienza e perchè – questi bambini – sono il nostro futuro: GLI UOMINI E LE DONNE DI DOMANI!!Se anche tu sei stanco di sentire brutte storie di bambini rinchiusi in questi luoghi, se davvero vuoi un mondo migliore, allora aderisci a questo gruppo.

Quello della tutela dei minori è un campo difficile e delicato…ma tieni a mente chel’omertà, il silenzio e l’indifferenza distruggono per sempre le loro giovani vite.

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